La strage del 2 luglio

Un colpo di fucile seguito da una raffica di mitra fu il segnale d'allarme che una squadra della 17^ Brigata Garibaldi “Felice Cima”, di sentinella nella bassa valle del Messa, lanciò all’alba del 2 luglio 1944. Era in vista il più agguerrito rastrellamento mai operato nella zona, forte di autoblindo e sidecar armati di mitragliatrici a protezione di un migliaio di soldati tedeschi e di militi fascisti. Consapevole dell'inferiorità di uomini e armamenti, il comando della "Felice Cima" diede ordine di rallentare l'avanzata del nemico per consentire la ritirata della maggior parte dei partigiani, molti dei quali appena saliti in montagna e non ancora addestrati né armati. Mentre quasi tutti gli effettivi della brigata riuscivano a eclissarsi nei boschi e negli anfratti dei monti Rognoso e Civrari anche grazie alla protezione della nebbia, 9 uomini caddero poco a valle del Colle del Lys.  23 partigiani furono invece catturati e trucidati dai fascisti mentre cercavano scampo scendendo il versante di Viù del Colle del Lys. I cadaveri seviziati vennero gettati dagli aguzzini nel dirupo di un'ansa della strada tra il Colle del Lys e Niquidetto, nei pressi del bivio per la località Airetta, e soltanto due giorni dopo, a rastrellamento concluso, i compagni poterono recuperarli guidati dai contadini. Le salme furono poi trasportate in un luogo che da allora è noto come la Fossa Comune e qui provvisoriamente ricomposte e benedette dai due parroci della zona, don Evasio Lavagno e don Stefano Mellano.

I 23 partigiani uccisi sul versante di Viù

Bianchi Francesco

Boccalini Edoardo

Bondesan Oddone

Cavallini Piero

Conca Gianpaolo

Faleschini Benito

Farina Mario

Garello Carlo

Guercio Arturo

Guerotto Arturo

Motrassino Pietro

Papotti Mario

Pezzettigotta Ernesto

Radich Bruno

Revelli Luigi

Scala Franco

Tampellini Enzo

Zanibodi Alfredo

Ignoto (sergente dell’Aeronautica militare)

Ignoto (fu ritrovato con indosso solo i calzoni di velluto e un anello al dito)

Ignoto (nome di battaglia “Simon”)

Ignoto (nome di battaglia “Guido”, proveniva da Collegno)

Ignoto (nome di battaglia “Kri Kri”, proveniva dall’Urss)

I 9 partigiani uccisi sul versante di Rubiana

Akobja Bocij

Bakokasvili Pirus

Canissano Natale

Gogolisvili Georgij

Kuprejsvili Aleksandr

Mondiglio Riccardo

Namdzejsvili Sota

Popansvili Georgij

Raiteri Josè

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