Dall’autunno del 1943, l’area intorno al Colle del Lys diventa rifugio per chi si ribella al nazifascismo. La quota medio-bassa, i numerosi edifici rurali e la vicinanza a Torino e ai centri della cintura occidentale favorisce l’aggregazione di bande partigiane a Val Della Torre, Rubiana, Villardora, Caprie e Condove. I sabotaggi attuati in inverno danneggiano seriamente le infrastrutture e in particolare la ferrovia, ma gli attacchi nemici e le avversità climatiche riducono le bande ai minimi termini. Nella tarda primavera del 1944, l’afflusso dei giovani renitenti alla leva fascista restituisce respiro alla Resistenza e la spinge a riorganizzarsi: i gruppi operanti nelle valli del Casternone, del Messa e del Sessi si uniscono così nella 17^ brigata “Felice Cima”, inclusa nella III divisione Garibaldi. Impegnati già il 26 giugno nell’attacco al castello di Rivoli, sede di comandi nazifascisti, i partigiani non riescono però ad avere la meglio sui difensori. Il 2 luglio, un rastrellamento micidiale colpisce la “Felice Cima” causando ben 32 caduti e solo a fine mese la brigata torna operativa. Al periodo seguente, appartengono le azioni militari più incisive – dal sabotaggio dello stabilimento Fiat Aeronautica tra Collegno e Torino all’asportazione di grandi quantitativi di generi alimentari dai depositi nemici – così come iniziative importanti quali l’allestimento dell’infermeria, la costituzione di un distaccamento femminile e la redazione di giornali murali. La ripresa di attacchi e rastrellamenti nazifascisti in autunno e la prospettiva di affrontare il secondo inverno di guerra impongono lo snellimento delle brigate per renderle più agili: dai distaccamenti della 17^ schierati nella valle del Sessi nasce dunque la 113^ “Giovanni Rocci”. Ad inizio gennaio del 1945, circa 400 partigiani vengono poi “pianurizzati” tra Torino, Collegno, Pianezza, Alpignano, Druento, San Gillio e Varisella. Nell’insurrezione del 25 aprile, la “Felice Cima” – da poco inquadrata nella 42^ divisione unificata del Corpo volontari della libertà – ha il compito di proteggere le grandi fabbriche e i nodi stradali e ferroviari nel quadrante nord-occidentale del Torinese. E il 6 maggio può infine festeggiare la Liberazione e la fine della guerra con le altre formazioni partigiane.